Educazione fisica

 

Ogni civiltà, nel tempo e nello spazio, ha avuto quella cura per il corpo che discendeva dalla concezione dominante dell'educazione della persona. Basti l'esempio delle differenti educazioni del fisico a Sparta e ad Atene (rispettivamente, Agoghé e Paideia).
L'Educazione fisica contemporanea ha avuto la sua culla in Francia. Infatti, il termine "Educazione fisica" è stato utilizzato per la prima volta dal medico francese Jacques Ballexserd, nel XVIII secolo, nel contesto di una dissertazione sul finalismo della natura, che verteva sullo sviluppo fisico, parte di quello generale (Dissertation sur l'education physique des enfans, depuis leur naissance jusqu'à l'âge de puberté. Ouvrage qui a remporté le Prix le 21 mai 1762, à la Société Hollandoise des Sciences=Dissertazione sull'educazione fisica dei fanciulli, dalla nascita sino alla pubertà. Opera che ha riportato il Premio della Società Olandese delle Scienze il 21 maggio 1762). In Francia, pure, è sorto il primo istituto nazionale per la formazione universitaria, l'«École de Joinville», scuola normale di ginnastica fondata nel 1852, oggi INSEP (Institut national du sport, de l'expertise et de la performance), sito in Parigi. Sempre francese è Georges Demenÿ, acerrimo avversario della ginnastica medica dello svedese Pehr Henrik Ling. Ritenuto da molti il fondatore dell'Educazione Fisica scientifica contemporanea, è stato tra l'altro inventore del fonoscopio (apparecchio che utilizzò per vedere i suoni, utile ai sordi, e come stabilometro, per la misurazione del carico dei piedi) e del cronofotografo a camma eccentrica, con il quale ha avviato lo studio scientifico del movimento umano. Demeny ha evidenziato il ruolo guida della Fisiologia nell'approccio alle attività motorie, criticando Ling, perché, a suo giudizio, aveva attribuito eccessivo peso all'Anatomia.
Dalla Francia l'insegnamento dell'Educazione Fisica si diffuse dapprima nell'Europa Occidentale e, successivamente nel mondo. Emblematico il caso italiano, per l'approdo ad un approccio eclettico, che è diventato oggi orientamento dominante.
L'insegnamento dell'Educazione fisica in Italia fu introdotto nel Regno di Sardegna dalla Legge Casati del 1859, al Titolo V, sotto la denominazione di "Ginnastica", obbligatorio ai soli maschi.
Successivamente nel 1878 l'allora Ministro della Pubblica Istruzione Francesco De Sanctis riordinò la disciplina, rinominandola "Ginnastica educativa". In particolare, la Legge De Sanctis n. 4442 del 7 luglio 1878 fu la prima, dopo l'Unità d'Italia, a occuparsi interamente della materia. Essa sancì l'obbligatorietà dell'insegnamento della ginnastica educativa anche per le donne, nelle scuole di ogni ordine e grado (elementari, secondarie, normali e magistrali). Stabilì che i programmi fossero concordati tra Ministro della Pubblica Istruzione e Ministro della Guerra, e che i maestri venissero reclutati tra il personale militare. Come la precedente Legge Casati, risente dell'impronta militareggiante propria dei tempi, avendo il fine di sviluppare nei fanciulli il «sentimento dell’ordine e il coraggio». Ma, a differenza del passato, questa legge introduce un insegnamento caratterizzato da finalità altamente educative. Lo stesso De Sanctis, a sostegno del suo disegno di legge, disse: “Rifare il sangue, ricostruire la fibra, rialzare le forze vitali è il motto non solo della medicina, ma della pedagogia”. Questa affermazione è straordinaria sotto diversi aspetti. Innanzi tutto alle espressioni “rifare il sangue” e “ricostruire la fibra” sono facilmente riconducibili, con cognizione moderna, i due principali capisaldi della preparazione fisica. E cioè, rispettivamente, l'allenamento aerobico e lo sviluppo della forza. Inoltre, il riferimento alla medicina e alla pedagogia inquadra con singolare lucidità e preveggenza il binomio educazione - salute, su cui oggi, come espressamente indicato dalla stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, si basano le maggiori speranze di promozione della salute nel terzo millennio. De Sanctis istituì ispezioni tecniche da parte di un Ispettore per la Ginnastica, funzione per la quale fu nominato Valletti, direttore della Scuola Normale di Torino.
Il ministro della Pubblica Istruzione Martini nominò nel 1893 una Commissione, presieduta dal sen. Todaro, per lo studio di un programma di insegnamento dell'"Educazione fisica". La vera innovazione stava nell'aver sostituito, per la prima volta in maniera ufficiale, le parole "Educazione fisica" al termine "ginnastica"[1].
La Legge Rava-Daneo-Credaro nel 1910 accolse le istanze della Commissione Todaro e dei Congressi Pedagogici di inizio secolo, istituendo l'insegnamento dell'Educazione Fisica.
Nel sistema italiano dell'istruzione per un secolo, dal 1910 al 2010, è stata insegnata tale materia. Il nuovo termine della disciplina, dal 1º settembre 2010, è "Scienze motorie e sportive", coerentemente con la denominazione degli istituti universitari che provvedono alla formazione scientifica, tecnica e professionale degli operatori. Va sottolineato, comunque, che in tutto il resto del mondo si adotta il termine "Educazione fisica". Sebbene sia più una questione di forma, che di sostanza, la denominazione della disciplina è un argomento ancora aperto in Italia. Basti pensare che nelle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, pubblicate il 4 settembre 2012, si è ritornati alla denominazione dell'ambito disciplinare quale "Educazione Fisica".